QUICK TEST: EXT SHOX STORIA
Extreme Shox…un nome non ancora troppo conosciuto nel campo degli ammortizzatori per mtb, quantomeno in Italia (nell’automotive, nel cross e nei quad è già ben noto così come lo è anche nei campi di gara della World Cup di DH ed in Uk), ma di cui, siamo sicuri, sentiremo presto parlare. Sia perchè a breve leggerete della visita che abbiamo fatto a Extreme Shox nella loro sede a Castegnero (VI), sia perchè la qualità ed il funzionamento dei loro ammortizzatori è davvero innovativa, quasi rivoluzionaria. L’articolo di oggi riguarda però il breve test che abbiamo fatto sui colli Berici, a due passi dalla sede, dell’ammortizzatore a molla “Storia” dedicato all’enduro.
Prima, però, un breve accenno sullo Storia: come detto si tratta di un ammortizzatore a molla con un tuning specifico per l’enduro, dotato di serbatoio esterno e regolazione della compressione alle alte e basse velocità (completamente indipendenti l’una dall’altra e, come leggerete, veramente efficaci), oltre che, ovviamente, di quella del ritorno. La qualità costruttiva è ai massimi livelli con tolleranze veramente minime e con l’utilizzo di alluminio 7075/T6 e titanio. L’ammo è caricato con soli 30 psi di aria nel serbatoio (a differenza dei concorrenti che utilizzano alte pressioni, spesso vicine ai 200psi) per incrementare la sensibilità iniziale ed aumentare comfort e trazione. Queste sono solo alcune delle caratteristiche uniche di questo ammortizzatore. Discorso a parte meritano anche le molle utilizzate. Si tratta di molle speciali in acciaio ma che pesano come quelle in titanio! E, soprattutto, hanno libbratura che va di 25lbs in 25lbs (da 225lbs a 450 lbs), anzichè di 50lbs in 50lbs come solitamente avviene nelle molle in acciaio (e in titanio) in commercio. Questa peculiarità permette sicuramente di trovare la molla più azzeccata per il proprio peso/stile di guida. Un altro aspetto di questo ammortizzatore è che di norma consente di scendere di 50 lbs nella molla rispetto ad uno qualsiasi degli altri ammo in commercio. Sommate questo aspetto al fatto che le molle pesano praticamente come quelle in titanio, ed avrete un peso complessivo finale dello Storia che sarà non molto superiore a quello di un ammortizzatore ad aria con serbatoio.
Ma veniamo al breve test. Dopo la visita mattutina in fabbrica ci siamo diretti – accompagnati dalla vulcanica mente dietro Extreme Shox, Franco FRATTON, dal fido scudiero e promoter Nicola BERTI e dalla guida d’eccezione Paolo CASTEGNARO – sul sentiero scelto per il test.
Con noi ci siamo portati due ammortizzatori Storia (con tuning specifico per l’enduro) con molle di differente libraggio, dopo aver misurato il sag in fabbrica.
Il primo giro, seguendo Paolo – perfetto conoscitore (oltre che gran manetta) del sentiero scelto per il test – lo faccio però con l’ammo ad aria che ho utilizzato tutta la stagione, questo per avere poi un miglior e “fresco” termine di paragone una volta montato lo Storia a molla.
Il sentiero, sebbene corto, presenta praticamente tutto quello che si vorrebbe trovare come terreno per un test: parti flow, parti strette, salti, sponde, ripidi e, infine, un tratto finale di scassato di San Romoliana memoria.
Fatto quindi il primo giro con il mio solito ammo ad aria per scaldarci un pò e prendere confidenza col sentiero, mettiamo su il primo dei due Storia, quello con la molla un pò più dura.
Già dai primi metri mi rendo conto che il modo di filtrare il terreno del carro è completamente diverso da quello cui ero abituato: la bici “legge” meglio. Arrivato però sullo scassato realizzo che forse la molla è un pò dura per il mio peso: nonostante abbia frenato il ritorno, sento il posteriore un pò “duro” sui gradoni e nella ripida sequenza sconnessa, tuttavia senza sentirlo scalciare, segno che l’idraulica funziona a dovere.
Nessun problema, Franco l’aveva previsto che la molla sarebbe stata un pò dura, motivo per cui aveva insistito che prendessimo su un altro Storia con montata quella più morbida.
Fatto il cambio, risaliamo col furgone e rifacciamo il sentiero: la sensazione che avevo provato prima di miglior lettura del terreno è ulteriormente amplificata con la molla più morbida. Davvero incredibile…forse troppo, perchè arrivato nella parte sconnessa, su un piccolo salto e sull’atterraggio del primo gradone che immette sul ripido sconnesso, avverto chiaramente due classici “stock” da fondocorsa.
Torno su a piedi e spiego l’accaduto a Franco: senza batter ciglio prende una chiave inglese e chiude il registro delle alte velocità (sentivo distintamente il rumore dei “click” che stava dando…) e mi invita a rifare lo stesso tratto incriminato.
Detto fatto. Prendo velocità e seguo esattamente la linea fatta in precedenza…ed ecco che accade una cosa che mai mi era capitato di provare con un ammortizzatore, fosse esso a molla od ad aria…in atterraggio dal salto e dal gradone non avverto alcun fondocorsa, anzi, la bici passa via come se nulla fosse, mi aiuta nell’atteraggio nonostante il terreno non sia certo un biliardo…percepisco come la sensazione che si prova quando si ha la gomma buca ma questa ha ancora abbastanza pressione da continuare a scendere e si pensa, senza rendersi conto dell’accaduto: “come copia bene oggi la bici !“. Mai, ripeto mai, avevo sentito un ammortizzatore cambiare volto con così pochi click di compressione.
Ancora abbastanza incredulo ed eccitato per l’accaduto – nel rientro in piano tra la fine del sentiero e l’asfalto dove ci aspettava il furgone – assaggio un’altra caratteristica di questo ammo studiato per l’enduro: la sua fermezza in pedalata. Difficile a dirsi per un ammo a molla, ma mi rendo conto che negli scatti in piedi, ma anche spingendo forte da seduto, lo Storia è più fermo del mio ammo ad aria (senza blocco attivato, ovviamente). Non convinto, riprovo: ma è proprio così, il carro è più fermo.
Mi spiega Franco che questo è dovuto alla tipologia di idraulica adottata – differente da quella utilizzata per l’ammortizzatore da discesa, l’Arma – specifica per l’utilizzo in enduro. Di fatto, per quello che ho potuto brevemente assaggiare, non ho sentito la necessità di un blocco per le fasi pedalate: tuttavia, è allo studio sullo Storia un sistema di smorzamento su tre posizioni azionabile idraulicamente da manubrio.
Insomma, il test è stato breve (avrei girato tutto il giorno…maledette giornate corte invernali!) anche se intenso e mi ha permesso di saggiare tutte le qualità di questo ammortizzatore che siamo convinti possa davvero affermarsi nell’affollato mercato degli ammo a molla, anche nell’enduro: in tale ambito oggi sicuramente l’aria la fà da padrone, ma visto l’ultima evoluzione delle gare e dei percorsi enduristici, non escludiamo che anche in questa disciplina vi possa essere un deciso ritorno verso elementi ammortizzanti a molla, soprattutto se appositamente studiato per questo tipo di utilizzo, come è il caso dello Storia.