Anteprima Commencal 2013: Meta SL

Il 16 e 17 maggio ho avuto il piacere di partecipare al press camp di Commencal in quel di Orbey, Francia, nella regione dell’Alsazia, terra che ha dato i natali a Jerome Clementz e dove la MTB è di casa.
Obbiettivo della due giorni era quella di testare le due nuove entries della gamma Meta 2013, la Meta Sl e la Meta AM 29, e due versioni limited edition della Supreme DH e la nuovissima Supreme FR.
In un meteo particolarmente inclemente che, alla prima giornata, nel giro di 8 ore di riding mi regalato 2 cicli completi di stagioni (pioggia, neve, sole, vento e da capo) con tanto di febbre la sera (d’altronde il giorno prima in Italia c’erano 30 gradi!!) ecco le mie sensazioni sulle due nuove Meta. Iniziamo dalla Commencal Meta SL.

Meta SL

La nuova SL è la sorella minore della nuova gamma Meta di Commencal che vede, sul mercato ormai da quasi un anno, la AM da 150mm di escursione, la SX da 160mm, e, l’altra novità per il 2013, la AM 29 da 130mm e ruote da 29. La SL si presenta come bici da All Mountain (o da XC aggressivello) con 120mm di escursione al posteriore, supportati dal Fox RP23 Boost Valve e una Float 32 all’anteriore.

Il punto forte del telaio è il carro ‘single pivot 4 bar linkage’ con l’ammo flottante, ereditato dalla Supreme DH sviluppata due anni fa. Questo è il Commencal Contact System EVO, evoluzione del primo Contact System che abbiamo visto sulle vecchie versioni della Meta (4, 5, 6 e declinazioni).

Ovviamente sono stati rivisti leveraggi e link vari per fare in modo che la bici si adattasse ad un uso più pedaliero e meno aggressivo di quanto non sia su Supreme o sulle versioni AM e SX, quest’ultime considerate da Max Commencal come due ‘downhill bikes able to pedal uphill’. Di fatto, il gioco della sospensione posteriore è meno progressivo della versione AM, questo perché stiamo parlando di una bici a metà tra XC e AM. Tuttavia devo dire che in discesa i 120mm sembravano non finire mai!

Componenti e geometrie

Le sospensioni sono fornite da Fox Float 32 RL Fit da 120mm con QR da 15 all’anteriore e Rp23 Boost Valve da 190×51 al posteriore. La serie sterzo montata è una Cane Creek 10 series. Volendo si può montare anche un Angleset per modificare l’angolo (di ‘serie’ è 68°), ma per una trail bike non credo sia necessario a meno di estremismi.

Manubrio (VIP OS, rise 1” e largo 710mm), pipa (VIP OS, da 90mm, sigh!) e grip (Lock on) sono branded Commencal. Anche il tubo reggisella è un VIP 31,6 Commencal, con il sellino Circuit della SDG nella nuovissima versione 100% Commencal.

L’impianto frenante, iper potente e pronto all’uso è un Formula RX da 180mm davanti e dietro. Manettini X9 2×10 con il nuovo cambio anteriore X9 direct mount e deragliatore X0 (da 10 velocità, ovviamente). La cassetta pignoni è una classica Sram PG 1070 11-36.

Su questo modello Commencal (ma anche sulla 29) punta al movimento centrale press fit BB30 con pedivelle da 175mm Sram S2210 CARBON 2×10 42/28. Questo pacchetto ha un peso di circa 670 grammi!

Una particolarità della scatola del movimento centrale della SL è che, rispetto ad altri modelli precedenti, è totalmente isolata. Non ci sono raccordi interni aperti su tubo sella o tubo obliquo, ma il tutto è sigillato per evitare passaggi di acqua e polvere o altro che possono richiedere la manutenzione costante del movimento centrale. Questa è a mio avviso cosa buona e giusta, vista la difficoltà, per un comune rider casalingo, di estrarre ogni volta il BB30 per pulirlo.
Per finire le ruote: cerchi Fulcrum Red Power XL con Qr da 15mm davanti e 142×12 dietro. Di serie la SL avrebbe le Schwalbe Rocket Ron da 2,25 davanti e dietro, ma su quella testata, visto il meteo fangoso/piovoso, i meccanici Commencal hanno scelto una Kenda Nevegal da 2,35 (!?).

Con questi componenti, il telaio testato in taglia L era sui 14kg. Ovviamente lavorando su ruote, manubrio pipa e reggisella si può scendere, e non di poco.

Come gira

Per prima cosa, la scelta di tenere su la pipa da 90mm è stata davvero infelice. Volevo provare la bici in modalità XC trail ma dopo un po’ avrei voluto cambiare la pipa. Sulla taglia L io che sono 187 sono praticamente perfetto, ma la pipa mi ha portato ad una posizione un po’ troppo distesa sia in salita che in discesa, cosa non comodissima vista l’abitudine a manubri più arretrati da discesa o enduro. Tolto questo appunto personale vediamo il resto.
In salita non ho toccato il propedal, lasciandolo nella posizione ‘discesa’. La bici sale che è un piacere e non bobba. Anche sui ripidi e nei momenti in cui mi sono alzato sui pedali, la pedalata rimane comunque fluida, senza risentire di particolari contraccolpi. Questo effetto, ad esempio, non si ha sulla versione Meta, provata brevemente giusto per sentire la differenza.
Sulla maneggevolezza nulla da ridire, tranne, ancora un volta, il tema pipa, ma questa è una questione di abitudine.
Nella discesa la SL è davvero divertente e, francamente, avrei pensato di subire i 120mm. Tutt’altro. Come in tutte le Commencal Meta, anche nella versione SL il Contact System EVO fa un lavoro notevole, assorbendo, con un lavoro minimo dell’ammo, gran parte dell’escursione sui tratti sconnessi ma non impossibili, quelli da pedalata della domenica, senza particolari passaggi tecnici e distrutti. Nei percorsi più discesistici, con ostacoli un po’ più spessi, i 120mm sembravano i 152mm della vecchia Meta 6.
Una cosa che mi piace provare delle bici per capire come lavora il carro è quello di vedere quanta velocità prende spingendo nelle compressioni. Copiando due dossi naturali, alti 30/50cm, ma abbastanza allungati e in piano, e schiacciando bene con le gambe tra questi, la bici ha preso subito velocità recuperando così gli altri del gruppo che stavano invece pedalando. Queste son cose che secondo me ti fanno apprezzare una bici che funziona bene!

In definitiva

La Commencal Meta SL è una trail bike che pedala da XC e scende da All Mountain e qualcosina in più. Nonostante i 120mm di escursione posteriore sembra di avere sotto le chiappe almeno un paio di mm in più, che rendono le discese divertenti e permettono di osare anche velocità elevate, mantenendo comunque il retro della bici stabile e incollato al sentiero. Ovviamente i sentieri sui cui l’ho provata non erano i classici sentieri liguri scassati e pietrosi, per cui il test si può dire fosse ‘soft’.
I componenti della bici, che sono quelli, tolta la gomma anteriore, con i quali è prevista la messa in commercio, sono ottimi anche se magari, per alcuni, sovradimensionati per l’uso, come ad esempio i dischi da 180 (forse da tenere solo all’anteriore) o le gomme da 2,25.
Non sarebbe stato male provare con delle gomme un po’ più piccole. Quelle montate erano un po’ pesanti e poco scorrevoli, ma sul terreno che ho trovato, il mix acqua, fango, neve, roccette, dubito si possa trovare la gomma giusta…
Metterei poi una pipa da 50/60mm, un manubrio da 740/750mm e un reggisella telescopico, ulteriore derivazione enduristica, ma che una volta provato andrebbe messo su qualunque bici.

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