Internazionale CX Brugherio Parco Increa
Il ciclocross è nato in Francia dove d’inverno i ciclisti, per tenersi in forma, passavano con le loro bici nei prati. In questo modo allenavano e mettevano alla prova la forza muscolare, il fiato e la capacità di guida del mezzo, alternando alla pedalata i momenti in cui bisognava correre per scavalcare i fossi o superare salite troppo ripide.
Volendo declinarlo in altra maniera, meno professionale e agonistica, è divertimento vero!
O almeno è quello che ho pensato domenica 27 novembre all’Internazionale CX di Brugherio, nel Parco Increa. Dopo una mattinata in bici sono andato a vedere la gara Open ed è stato un sacco bello.
Non ho mai assistito in prima persona ad una gara di CX a parte quella del circuito italiano singlespeed un paio di anni fa (qui il resoconto di Michele) e stavolta sono andato a vedere una gara di quelle importanti, per l’Italia, con centinaia e centinaia di partecipanti.
Ora, non sono un esperto conoscitore del settore, ma so che il CX lo praticano in inverno molti ciclisti di varie discipline, dalla mountain alla strada, che in mancanza di gare e per preparare la stagione a venire, si buttano in mezzo al fango.
Tra i nomi che conoscevo c’erano Luca Braidot (settimo a Rio nella gara olimpica di XC), Martino Fruet e Pippo Lamastra. Non me ne vogliano gli altri, ma è stata la mia prima volta!
C’era anche Gioele Bertolini, campione italiano in carica, che dopo una lunga gara a due con Braidot lo ha staccato più o meno negli 3/4 giri per andare a vincere in solitaria.
Il percorso era sulla sponda nord del laghetto del Parco Increa e dopo una settimana umidiccia in Pianiura Padana c’è stato un insolito sole ‘caldo’ per essere fine novembre. Il pantano nel prato e in alcuni passaggi del percorso mi sa invece che non era per niente insolito.
Una sorta di giro dell’oca fattucciato con passaggi che via via si asciugavano e altri che invece diventavano pura melma.
Su e giù tra sponde del laghetto in contropendenza e salita, rigorosamente a piedi, su brevi ma ripidi muretti fangosi.
La spirale, con entrata a uscita era davvero particolare. Credo che se l’avessi fatta io sarei ancora li dentro a girare come un criceto.
Gli immancabili gradoni in salita, quelli su cui d’inverno girano un sacco di video di chi ci cade dentro, chi se li fa tutto ollando, chi se li fa a piedi etc etc.
Muretti praticamente verticali, dove comunque i ragazzi pedalavano in sella o quasi…
E poi, alla fine, Bertolini che si fa il rettilineo finale in impennata per la gioia dei fotografi all’arrivo.
Vediamo se mi capita di farne una, di gara di cx…